La privazione delle libertà che stiamo subendo da due anni mi induce a proporvi questa riflessione.
Vedo che tanti (comprensibilmente) sperano nella nascita di una nuova classe dirigente e di nuove formazioni politiche che sostituiscano quelle indegne attuali. Ma questa speranza è la stessa che, negli anni passati, hanno riposto nei 5 Stelle, nella Lega, ancor prima in Di Pietro o altri.
Sappiamo con quali risultati.
Il punto è che noi non possiamo sperare che al governo vadano delle brave persone che stiano lì a tutelare i nostri interessi.
Nella Storia, per un verso o per l’altro, non è quasi mai avvenuto.
L’unico modo che abbiamo per evitare che gli individui che occupano il potere ci vessino e ci danneggino è ridurre lo Stato ai minimi termini.
Togliergli il monopolio dell’uso della forza e il potere coercitivo di imporci leggi.
Lo so che siamo abituati a pensare che lo Stato serve e che le persone non sono in grado di autogovernarsi. Ma non è così, e gli esempi potrebbero essere tanti.
Non siamo abituati a pensare in questi termini perché il potere non vuole perdere il controllo su di noi.
Ma la dico semplice, citando Fabrizio De Andrè: essere un libertario “vuol dire semplicemente che uno pensa di essere abbastanza civile per riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le sue stesse capacità“.
Fidatevi, si può fare.
(DAVIDE ROSSI)