di PIERGIORGIO MOLINARI
Negli ultimi 27 mesi, i vostri interlocutori hanno sostenuto, legittimato, creduto, accettato, in successione, quanto segue (molte cose sicuramente le ho dimenticate, siete liberi di aggiungerle). E davvero ora volete discutere con loro di questioncine marginali quali il coinvolgimento in una guerra, la libertà dei popoli e la democrazia?
- Gennaio 2020: “L’unico virus è il razzismo. Abbraccia un cinese”.
- Lo “stato di emergenza”, inesistente nell’ordinamento italiano, proclamato zitti zitti. (Ma solo per sei mesi, eh.)
- I conduttori di sinistra (tutti) e gli “influencer” che mangiavano in diretta TV gli involtini primavera per prendere in giro chi lanciava l’allarme sul virus cinese.
- Foto delle Littizzette varie con un libro al posto della mascretina per contrastare “l’ignoranza”.
- 21 febbraio 2020 – Giuseppi Conte: “La possibilità di diffusione del virus in Italia è pressoché remota”. Burioni: “Italia a rischio zero”.
- Intanto si scopre che Giuseppi ha messo su una specie di ospedale riservato per sé e i propri amichetti.
- Di Maio che spedisce in Cina tonnellate di mascretine e materiale sanitario.
- Il “Paziente Uno” che poi si scoprì non essere il Paziente Uno.
- Il singolo studente italiano col raffreddore rimpatriato dall’Estremo Oriente con un aereo militare e una squadra equipaggiata per la guerra batteriologica.
- Il sindaco di Milano Sala che fa lo spot “Milano non si ferma” e due settimane dopo diventa il paladino dei lockdown (ma con le calzine arcobaleno).
- Il sindaco di Bergamo Gori che prima va nel ristorante cinese per “combattere il razzismo” e poi si ritrova col più alto tasso di mortalità.
- Il piccolo comune lombardo circondato dai blindati dell’esercito per non far entrare né uscire nessuno.
- La solidarietà europea: all’aumento dei contagi in Italia, gli altri paesi fanno a gara a chi ci chiude prima le frontiere, mentre la Germania non vuole più venderci materiale sanitario.
- La Costituzione sospesa per DPCM, a tempo indeterminato.
- “Solo tre settimane per appiattire la curva” e dopo “torneremo ad abbracciarci”.
- La cura Speranza: “tachipirina e vigile attesa”.
- I vecchi lasciati da soli a friggere con la febbre a 40, poi incineriti senza autopsia perché non si sa mai che un cadavere possa infettare.
- Tutte le attività e tutti i negozi chiusi, tranne i tabaccai – lo stato tiene alla nostra salute.
- Le auto dei vigili che passavano con i megafoni e i messaggi registrati per intimare di restare a casa, come nei film catastrofici americani.
- Le ambulanze sempre a sirene spiegate, anche se vuote, tanto per non allentare la tensione.
- Le mascretine che non si trovano, ma l’Istituto Superiore di Sanità tanto dice che servono solo se hai sintomi o se assisti un malato, per tutti gli altri sono inutili.
- La FIAT si mette a produrre mascretine: le mascretine diventano obbligatorie per tutti, sempre, e sono un presidio essenziale per proteggersi dal contagio.
- Le bare di Bergamo, per la regia del generale Figliuolo.
- La sceneggiata del papa sotto la pioggia, che finisce per far marcire il prezioso crocifisso antico.
- Le dirette televisive notturne di Giuseppi Conte che “consentiamo” e “non consentiamo”.
- In Svezia moriranno tutti.
- La lotteria degli scontrini.
- Gli orari ridotti nei supermercati per ridurre i contagi (con il risultato ovvio di creare affollamenti molto superiori al normale)
- Potevi comprare un pacco di pasta al supermercato ma non una pentola, le mutande o le matite.
- I guanti per i carrello del supermercato.
- Le mascretine in auto, seduti uno davanti e uno dietro.
- L’autocertificazione per andare a fare la spesa nel comune accanto.
- Il runner solitario inseguito dall’elicottero.
- Il virus che si propagava tirando lo sciacquone e con le flatulenze.
- 6 Aprile 2020, Giuseppi Conte: 750 miliardi di liquidità per le imprese. E’ la “bodenza di fuogo” dello stato.
- I balletti dei medici e degli infermieri.
- La sanificazione di spiagge, strade e cimiteri.
- Il coprifuoco con il virus pericoloso a orari: contagia da mezzanotte alle 5.59, ma non dalle 6 a mezzanotte.
- Il virus contagioso a seconda dell’altezza: se sei seduto al tavolo non contagia, se ti alzi per andare alla cassa o al cesso contagia. D’altra parte, avete mai sentito di un nano morto di covid?
- Il virus che si annida nei testicoli.
- Divieto di assembramenti, e poi tutti pigiati con la faccia nel culo dell’altro nelle metropolitane e negli autobus ogni mattina e ogni sera.
- La pisciatura del cane che aumentava le probabilità di contagio “del 78 per cento” (non l’80 o i 70: il 78 per cento).
- I dialetti che facilitavano il contagio (micidiale il calabrese).
- L’invito a non prendere antinfiammatori – per prevenire una sindrome infiammatoria.
- I droni per scoprire le grigliate in terrazza. (Ma poi, tutti ‘sti droni della polizia, che fine hanno fatto?)
- Il divieto di sostare/mangiare in spiaggia, in campagna o sulle panchine, ma se camminavi mangiando era ok.
- Il vigile che pretendeva di controllare la busta della spesa per vedere se assieme al pane avevi comprato anche il vino che secondo lui non era un “bene essenziale”.
- Chi poneva dubbi sulla gestione della pandemia era un “negazionista”, paragonato a quelli che negano lo sterminio nazifascista degli ebrei.
- Se però il “negazionista” paragonava il regime sanitario al nazifasismo lamentando la soppressione dei diritti, non si doveva permettere di fare paragoni storici e offendere la memoria dello sterminio nazifascista degli ebrei.
- Il plexiglass in spiaggia, con gli ombrelloni a distanza e la gente che nuotava con mascretine e guanti
- Il conduttore televisivo in studio (al chiuso, con ospiti) senza mascretina che minaccia di togliere il collegamento agli intervistati se non mettono la mascretina (all’aperto).
- Le discoteche della Sardegna ad agosto 2020 che poi hanno causato l’aumento dei contagi a ottobre (due mesi dopo).
- “Chiudiamo ora per salvare il Natale”.
- Le cene di Natale con non più di cinque parenti (a sei morivano tutti) e il vicino o il Gassman di turno che faceva la spia.
- Arriva il 2021: “Chiudiamo ora per salvare la Pasqua”.
- Sempre la cura Speranza: “tachipirina e vigile attesa”.
- Le “varianti”: inglese, brasilana, senza zucchero, al limone.
- La variante delta è doppiamente contagiosa? Raddoppiamo la distanza di sicurezza (come se il virus ora saltasse più lontano).
- Le regioni “semaforizzate” (rosse, gialle, arancioni, ma senza mai il verde).
- Tamponi à gogo, anche se uno su tre dava un falso positivo e conteggiavano come nuovi contagi anche i tamponi di controllo rifatti a chi era già risultato infetto.
- Il vaccino che arrivava attraverso le Alpi dentro un furgoncino dei surgelati ma con la scorta della polizia.
- I negazionisti che diventavano “no-vax”.
- Si apre la caccia al no-vax.
- Arcuri che voleva costruire i padiglioni a forma di fiore in tutte le città per vaccinare la gente.
- “Il vaccino rende liberi”, ma se a qualcuno lo slogan ricordava il motto dei lager “il lavoro rende liberi” non si doveva permettere di fare paragoni storici e offendere la memoria dello sterminio nazifascista degli ebrei.
- I “Vaccino day” per convincere i ragazzini a vaccinarsi – poi Camilla Canepa che rovina la festa, ma solo per un po’.
- I banchi a rotelle, poi regalati al Congo, perché ci avanzavano 500 milioni da bittare via.
- “Chiudiamo ora per salvare l’estate”.
- Gli “studiosi” che prevedevano “mille morti al giorno” in caso di riapertura.
- Gli sportivi ventenni che stramazzavano in campo – ma nessuna correlazione.
- Il vaccino che doveva essere conservato a – 80 gradi, ma poi tenevano sul tavolo nei tendoni in estate, a + 40.
- Le diverse marche di vaccino, che prima non si potevano mischiare, e dopo potevi anche farci i cocktail.
- Il vaccino per i neonati.
- Il vaccino in pastiglia.
- Il vaccino per contrastare gli effetti del vaccino.
- Il “green pass”, che doveva servire esclusivamente agli spostamenti tra paesi della UE e il paragrafo che vietava espressamente ogni discriminazione verso chi sceglie di non vaccinarsi – ma nella traduzione italiana il paragrafo risultava curiosamente tagliato. Casualità.
- Il vaccino con la data di scadenza prorogata per decreto.
- Astrazeneca che prima era consigliato per tutti, poi solo agli over 50, poi solo agli over 70, e poi meglio se non se lo fa più nessuno.
- “Chiudiamo ora per salvare il Natale”.
- Arriva il 2022: “Chiudiamo ora per salvare la Pasqua”.
- Via Giuseppi, dentro Draghi – il “migliore”.
- I vaccini che puoi anche scegliere di non farti – ma se non te li fai non puoi lavorare, non puoi andare sui mezzi pubblici, in albergo, al ristorante, in palestra, nei negozi, a scuola…
- Il green pass rafforzato ovvero “super green pass”.
- “Non ti vaccini, ti ammali, muori e fai morire”.
- La protesta dei portuali di Trieste, democraticamente risolta a colpi di idrante.
- Il virus che se scrivevi che era uscito da un laboratorio cinese ti bloccavano su Facebook, adesso puoi anche scriverlo ma non frega più niente a nessuno.
- I vaccini che sono tutti “sicuri e testati”, ma poi ne hanno ritirati un paio perché ammazzavano subito la gente – l’altro ci mette un po’ di più.
- La durata del super green pass che è superiore per legge alla protezione teoricamente fornita dal vaccino.
- I malati guariti (e immunizzati) costretti dopo sei mesi a farsi il vaccino.
- I vaccini che non hanno nessuna controindicazione – poi il documento con pagine e pagine di effetti collaterali anche fatali, continuamente aggiornati e aggiunti.
- “Una dose basterà per sempre”; “Serve una seconda dose, ma è l’ultima”; “Macché, ci vuole il richiamo ma poi siamo a posto”; “Valutiamo la quarta dose”. Tutto questo in appena 15 mesi – ma i vaccini non sono sperimentali.
- Le mascretine, che prima ti potevi realizzare da solo anche con la stoffa delle mutande vecchie e andavano bene, mentre dopo due anni decidono che solo le FPP2 proteggono davvero dal virus.
- Si torna alla normalità: puoi mangiare i popcorn al cinema, ma quando non mangi devi tenere la mascretina.
- Si torna alla normalità 2: prima la mascretina dovevi portarla se c’erano assembramenti, adesso puoi toglierla se non ci sono assembramenti.
- Draghi che annuncia la fine dell’emergenza al 31 marzo: rimangono giusto solo il green pass, le mascretine, il divieto di lavorare per i non vaccinati, ecc. e ovviamente tutta l’infrastruttura messa in piedi perché “potrebbe sempre servire”.
- Arriva la guerra: il virus sparisce dai telegiornali e dal dibattito.
- “Negazionisti” e “no-vax” si trasformano in “puitiniani”.
- Si apre la caccia al russo e ai putiniani.
Segue…