Divieto di caldaie e obbligo di pannelli solari: obbedite!

La deriva dirigista e costruttivista in atto considera gli individui come degli idioti incapaci di assumere le giuste decisioni per il proprio futuro e bisognosi di essere guidati da un ristretto gruppo di persone “illuminati ed infallibili condottieri”.

Un concetto aberrante ed autoritario che sta conducendo alla demonizzazione del libero mercato, cioè il luogo delle scelte compiute dalla moltitudine di singoli e liberi individui, ed alla sua sostituzione con decisioni imposte da una élite.

Ogni genere di politica economica interventista (assistenziale keynesiana, ad economia pianificata) ha come presupposto e risultato la crescita del potere dello Stato e l’erosione degli spazi di libertà individuale.

Si è perso di vista quello che dovrebbe essere il fine ultimo di una Istituzione: una infrastruttura tesa a valorizzare e ad agevolare l’azione del singolo individuo nelle sue libere scelte e realizzazioni.

La Istituzione non è fine a se stessa, non esiste a prescindere dai singoli, ma è al servizio dei singoli, ovvero, l’uomo ha creato inintenzionalmente le Istituzioni della società e della civiltà e pertanto deve anche poterle alterare a suo piacimento in una evoluzione degli ordini spontanei in modo che soddisfino i suoi desideri e le sue aspirazioni.

La libertà economica e la decentralizzazione del potere sono le condizioni necessarie e sufficienti per lo sviluppo di un ordine economico sano e le Istituzione che ostacolano queste condizioni vanno rimosse.

Libero mercato e Globalismo (non globalizzazione che è l’estensione internazionale del mercato grazie alla riduzione delle distanze funzionali) non sono tra loro sinonimi.

Il libero mercato parte dal basso, mosso dalla libera e spontanea iniziativa economica dei singoli operatori, il globalismo è il tentativo di pianificazione sociale ed economica, dall’alto verso il basso, operata dalle Istituzioni e dalle elites al comando che si avvalgono dei processi economici per tentare di indirizzarli verso obiettivi da loro decisi.

E’ la differenza tra liberalismo e costruttivismo, ovvero, il primo, la consapevolezza della inevitabile esistenza delle conseguenze inintenzionali delle azioni umane intenzionali e il secondo, la convinzione che le Istituzioni siano piani intenzionali ovvero esiti di progetti umani deliberati e consapevoli.

La tecnocrazia mondiale, europea e nazionale pretende di governare centralizzando il potere e l’informazione e infondere dall’alto le proprie regole di funzionamento della società: una visione costruttivista che ignora, per una mera presunzione intellettuale, i limiti della conoscenza umana nell’organizzazione degli ordinamenti sociali.

La pianificazione totalizzante ha gioco facile nel centralizzare il potere ma fallisce quando cerca di centralizzare la conoscenza distribuita tra milioni di individui, causando in tal modo la povertà e la scarsità di risorse che si proponeva di eliminare.

E ciò per il fatto che non serve la pianificazione ma la libertà, per far emergere quella conoscenza spontanea che emerge dal basso, in antitesi alla competenza costruita degli oligarchi, artificiale e incompleta in quanto dipendente da pochi individui e istituzioni.

Questa ignoranza della tecnocrazia porta alla tragica conseguenza di confidare nella sapienza assoluta di un super organo tecnico-scientifico nella illusione, fatale, che sia in grado di sapere ogni cosa e di ordinare ogni cosa, mentre ottiene solo fallimenti e la deresponsabilizzazione della classe politica distruggendo l’economia e la società.

(e.v.)

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