Insomma, che ciò che è stato dato in pasto alla maggioranza dei cittadini per due anni sia stato giornalismo prezzolato non è un’insinuazione, ma un fatto che dovrà essere riportato nei libri di storia del XXI secolo. E che il comportamento servile dei giornalisti di regime sia stato giudicato molto positivamente dai loro “datori di lavoro” è confermato dal recente stanziamento di 2,5 miliardi di euro di denaro pubblico per colmare l’enorme buco di bilancio dell’Istituto di previdenza
M.M.C
dei giornalisti
Leggi l’articolo de “Il Fatto Quotidiano” del 4/12/2021 a cura di Fiorina Capozzi
In vent’anni nessuno si è accorto di nulla. Eppure i segnali del dissesto dell’Inpgi, la Cassa previdenziale dei giornalisti italiani, erano sotto gli occhi di tutti. Lo ha spiegato senza mezzi termini Giuseppe Pisauro, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, in audizione lo scorso 23 novembre. Così il salvataggio dell’ente per mano dell’Inps, previsto nella manovra del governo Draghi, è un regalo fatto ad una élite di influenti giornalisti professionisti contrattualizzati, fra cui molti politici. Non anche dei liberi professionisti e dei collaboratori precari. Premia una gestione poco oculata e va anche a danno delle casse pubbliche per almeno 2,5 miliardi… [continua a leggere]