Il caso Assange-USA

Di Raffaele Mele Granata

Il caso Assange-USA può essere sintetizzato nel modo seguente.

Se sei un potente che commette crimini di guerra, come hanno fatto tutti i presidenti americani nell’ultimo trentennio, puoi startene tranquillamente a piede libero e, se sei di nero colorato, capita che vinci anche il Nobel per la Pace.

Lo stesso discorso vale anche se hai posto in essere la più grande campagna di controllo di massa su cittadini di tutto il mondo attraverso le più avanzate tecnologie informatiche.

Invece, se sei un cittadino qualsiasi che informa tutti gli altri cittadini sui crimini di guerra commessi dai potenti della terra di cui sopra, allora la liberale Inghilterra ti arresta prelevandoti da un’ambasciata straniera e trasportandoti legato come un agnello, mentre i democratici USA ti condannano a 175 anni di carcere come se niente fosse.

Se poi sei fortunatissimo come lo è Julian Assange, sei nato in Australia, uno stato ridicolo che non ha alcun interesse a tutelare i diritti dei propri cittadini ingiustamente perseguitati da un governo straniero criminale, e sei pure stato ingiustamente perseguitato nella femministissima Svezia per molestie sessuali mai esistite.

Si capisce che è tutto scandalosamente sottosopra e che nessuna fiducia può essere riposta in un sistema così sfacciatamente criminale.

#FreeAssange

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