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Il Friuli è terra bella…

di Alan Kovacic

Il Friuli è terra bella. Ma dura.

Non concede confidenza.

Passeggiate quante volete ma poche colazioni sull’erba.

Sfugge all’attenzione di chi non vive qua, come una donna bella, ma che non fa niente per attirare gli sguardi perché non ama sedurre o farsi sedurre.

Cielo azzurro ma opaco, torrenti che amano nascondersi sotto la superficie, colline morbide e roccia carsica.

Vitigni sentinella ed eserciti di granoturco assetato, strade diritte che come lame tagliano campi e paesi.

Terra silenziosa ma irrequieta e laboriosa, fateci caso: pietre spietate usate per le case, mille cortili ruvidi di ghiaia, ghisa luccicante nei trattori che comandano la pianura come pachidermi nella savana.

Tempo fa un amico partecipò ad un concorso di musica friulana. Decise di portare un pezzo composto da lui adattando e traducendo il testo in friulano.

Nel testo c’era la parola ORIZZONTI che lui banalmente ha tradotto in ORIZONS.

La commissione ha accettato mal volentieri la traduzione pur dichiarando che in “friulano originale” non esiste una vera e propria parola che esprima il concetto di orizzonte.

Perché il friulano ha lo sguardo rivolto alla terra, è uomo di corpo e concretezza.

E’ passo dopo passo, giorno dopo giorno, mattone dopo mattone.

E’ più di una mentalità, è un modo di stare al mondo, che pregiudica la possibilità di avere menti visionarie, infatti qua non nascerà mai un Ellon Musk o Steve Jobs, ma dall’altra parte ci consente di ricostruire Venzone posizionando le pietre nel loro ordine originale. Numerandole.

La lingua rispecchia questa essenza.

Sentite come parla secco e implicito il friulano, le parole e i toni brillano di violenza trattenuta e la discussione polemica è una disciplina sportiva, roba da professionisti, non vi ci mettete.

Nelle espressioni verbali viene attuata la disciplina del risparmio, inteso come “se non serve, è inutile” e su questo si avvita la disciplina del lavoro, primo parametro di valutazione di un uomo friulano, per cui le virtù vengono misurate in ore lavorative.

Il Friuli è terra di vino, dove qua è gratis. Tutti noi abbiamo in dispensa un minimo di 6 o 7 bottiglie che non abbiamo comprato, e siamo tutti in grado di stabilire se un vino è buono o meno senza essere sommelier perché abbiamo una predisposizione genetica.

La Ribolla gialla è immensamente meglio del Prosecco ma non abbiamo il senso degli affari del veneto. E’ come se a noi basta sapere che è migliore, e il doverlo dimostrare è già di per sé una forzatura.

Insomma, terra piccola il Friuli ma nel suo interno trovi tutto. Mari e monti, freddo gelido e caldo asfissiante, dolce e amaro. […]

Forse non ha il fascino della Toscana, l’avanguardia Veneta o il turismo romagnolo.

Si è vero, spesso sanno a malapena che esistiamo, ma non ne facciamo un dramma. Forse perché sappiamo che il Friuli è uno dei pochi avamposti rimasti dove si può ancora assaporare la vita senza esserne stritolati. Si può ancora far crescere i figli con una certa tranquillità.

Si può ancora tornare a casa dal lavoro la sera in pochi minuti, senza dover trascorrere ore interminabili incolonnati in qualche raccordo anulare, e magari concedersi un bicchiere di buon vino.

Gratis.

Magari guardando l’orizzonte.

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